Brano: [...] AM’estero, quantunque venisse guardato con diffidenza dai comunisti italiani esuli che continuavano a considerarlo un provocatore, ebbe modo di partecipare a riunioni di circoli della Quarta Internazionale e di conoscere le idee e le pubblicazioni trotzkiste, venendone in parte influenzato.
li “collettivismo burocratico"
Privo di qualsivoglia preparazione accademica, ma spinto da un inesauribile spirito critico e di ricerca, l'autodidatta Bruno Rizzi seppe elaborare negli anni Trenta una analisi della società sovietica che, al di là di un inevitabile e rozzo empirismo, anticipava punti di vista e tesi che la sinistra e gli stessi comunisti avrebbero finito con il far propri solo molto più tardi. Nel 1937 egli pubblicò in Italia un libro dal titolo Dove va l'U.R.S.S.? (Ediz. La Prora, Milano, 1937), nel quale individuava alcune analogie tra i regimi totalitari esistenti in Russia, in Germania e in Italia, in parte estensibili anche al New Deal (v.) varato qualche anno prima da Roosevelt negli U.S.A.. L’opera, in un primo tempo sfuggita[...]
[...]bili anche al New Deal (v.) varato qualche anno prima da Roosevelt negli U.S.A.. L’opera, in un primo tempo sfuggita alla censura fascista per il suo tono esplicitamente antisovietico, fu dopo breve tempo messa sotto sequestro dalle autorità del regime che ne rilevarono il contenuto antitotalitario.
Nel giugno 1939 si trasferì a Parigi (dove rimarrà fino al 1943, considerandosi “rifugiato”) e qui diede alle stampe (a proprie spese, firmandosi Bruno R.) un secondo li
bro, al quale aveva lavorato negli anni precedenti in Italia, intitolato La bureaucratisation du monde (Presses Modernes, Parigi, luglio 1939). Quantunque anonimo, questo lavoro che conduceva da un nuovo e interessante punto di vista la critica allo stalinismo colpì l’attenzione degli ambienti trotzkisti dell’epoca: in termini elogiativi ne scrisse
lo stesso Leone Trotzkij dal suo esilio messicano e l’opera svolse un certo ruolo nel dibattito della sinistra a livello internazionale, specialmente negli Stati Uniti.
Negli anni della guerra il libro fu addirittura plagia[...]
[...]n Europa dopo la conclusione del conflitto.
Nel 1959 scriverà a tale riguardo Pierre Naville, noto psicologo e sociologo francese: « Ho letto la Managerial Revolution nel
1945 e vi ho subito riconosciuto le idee essenziali di Rizzi, meno l'originalità e la freschezza del pensiero. Scrivevo perciò nel 1947 che Burnham aveva puramente e semplicemente copiato Rizzi. Dico copiato. Perché non si tratta di un incontro di idee. Burnham conosceva “Bruno R.” (se non Rizzi) fin dal tempo della sua polemica con Trotzkij e, dopo la sua rottura con Trotzkij e dopo la sua rottura con il marxismo, s’appropriò semplicemente le tesi di Rizzi per farne un bestseller americano senza menzionare il suo oscuro predecessore. [...] Mi resta da dire che tutte le idee diffuse da quindici anni sopra la “classe burocratica”, sopra il capitalismo di stato ecc. (e per ultimo nel libro intellettualmente deteriore di Djilas) sono già state esposte dal Rizzi. Non sono d’accordo né con le idee né con il metodo d'analisi di Rizzi (che egli considera d’altronde come marx[...]